Disfunzione erettile e long Covid: cosa ne sappiamo?

Indice

  1. Cos’è il long Covid?
  2. Disfunzione erettile e long Covid
  3. La componente psicologica nella disfunzione erettile
  4. Conclusioni

Ogni giorno si scopre qualcosa in più sulla malattia da Coronavirus (Covid-19) che ha piegato il mondo, ultima tra tutti la relazione tra disfunzione erettile e long Covid. Cosa ne sappiamo?

Le misure di sicurezza puntano a limitare i contagi e far riprendere le attività produttive e la vita sociale, ma c’è ancora tanto da scoprire sul Covid-19.

Per esempio, le persone guarite continuano a soffrire di perdita di olfatto e gusto, stanchezza cronica, disorientamento e confusione mentale. Cioè si ritrovano faccia a faccia con il cosiddetto long Covid.

Mese dopo mese, purtroppo, emergono ancora nuove conseguenze post-Covid, come per esempio la disfunzione erettile negli uomini.

Cos’è il long Covid?

 

Il long Covid o sindrome post-Covid è l’espressione usata per indicare le conseguenze della malattia da Coronavirus dopo 4 mesi dalla negativizzazione.

Molte persone guarite affrontano gli effetti del Covid-19 a distanza di tempo, cioè avvertono una grande stanchezza, fanno fatica a concentrarsi o a ricordare le cose e/o non riescono a sentire gli odori e i sapori.

L’elenco dei sintomi della sindrome post-Covid cambia da persona a persona, ma molti uomini hanno riscontrato anche la disfunzione erettile.

Questo nuovo sintomo sembra viaggiare su un binario diverso rispetto a quanto si conosce della disfunzione erettile (piegata in questo interessante articolo).

Quanto sappiamo di disfunzione erettile e long Covid

 

Oltre il 10% delle persone contagiate si ritrova ad affrontare alcuni sintomi persistenti anche dopo settimane dalla guarigione. Tra i sintomi post-Covid c’è anche la disfunzione erettile. Quanto ne sappiamo?

La relazione tra disfunzione erettile e long Covid non trova ancora una ragione scientifica, cioè non si sa se arriva come effetto del virus o come conseguenza dello stress dovuto all’infezione.

Tuttavia la capacità del Coronavirus Sars-CoV-2 di attaccare il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni sembra essere una delle cause più accreditate.

Per questo motivo l’impotenza maschile long Covid viene gestita con i farmaci usati per il trattamento della disfunzione erettile.

Nel frattempo gli esperti in Urologia si stanno muovendo per realizzare una ricerca su uomini con relazioni stabili affetti dalla disfunzione erettile post-Covid nella quale si utilizzeranno percorsi psicosessuologici e terapie farmacologiche.

La speranza è che i miglioramenti dell’endotelio dei vasi sanguigni promossi dai medicinali per la disfunzione erettile possano allontanare anche gli altri disturbi correlati.

Di fatto alcuni uomini affetti da disfunzione erettile post-Covid presentano particelle del virus ancora dopo mesi dalla malattia e soffrono anche di dolore ai testicoli, cambiamento della produzione di spermatozoi e/o contrazione del pene.

La componente psicologica nella disfunzione erettile

 

La necessità della valutazione psicosessuologica (studio degli aspetti clinici, psicologici e socioculturali della sfera sessuale) pone l’accento sull’importanza dell’elemento psicologico nella disfunzione erettile.

Oltre alle cause organiche, infatti, la disfunzione erettile può essere legata alla paura di non riuscire a soddisfare il partner e allo stress. In questi casi si parla di disfunzione erettile psicologica.

Da un lato l’ansia da prestazione altera la normale elaborazione degli stimoli da parte del sistema nervoso e frena l’erezione mentre dall’altro lato lo stress induce una produzione eccessiva di cortisolo che ostacola la distensione necessaria all’eccitazione.

Cosa c’entra tutto questo con la disfunzione erettile post-Covid? Il calo dell’attività sessuale dovuta ai lockdown e alle restrizioni e lo stress legato all’emergenza sanitaria possono aver messo a dura prova il meccanismo complesso dell’erezione.

Conclusioni

 

C’è ancora molto da scoprire riguardo il Covid-19, specialmente quando si tratta di conseguenze a medio e lungo termine. Riferire segnali insoliti come la disfunzione erettile al medico di fiducia è il primo passo per gestire la situazione e non lasciarsi paralizzare dalla paura e dall’ansia.